In principio fu un roseto

Passo dopo passo sulla strada di un nuovo inizio

 

Ogni storia ha un suo inizio, una sua origine. La storia de Il Quadrato delle Rose affonda le sue radici negli anni ’30 del secolo scorso quando Giuseppe Tortora, figlio di un industriale del pane e giovane maestro panificatore, ed Elisabetta, figlia di don Vincenzo Abbasciano, lavoratore instancabile dedito all’agricoltura, si innamorano, si sposano e decidono di percorrere insieme la stessa strada, per sempre uno a fianco all’altro.

Quella strada, a volte dritta a volte tortuosa, ogni tanto in pianura e spesso in salita, condurrà Giuseppe a seguire le orme del suocero Vincenzo e a dedicarsi ai lavori della terra. Tra gli appezzamenti aziendali, quello in contrada Pandolfelli, in agro di Andria, era particolarmente caro alla moglie Elisabetta, ormai per tutti nonna 'Sabellina, che qui volle realizzare un piccolo roseto del quale si prendeva personalmente cura.

Un quadrato di terra ingentilito dalla bellezza e dal profumo di centinaia di rose.

Nonno Giuseppe e nonna ‘Sabellina si ritrovarono così a percorrere insieme la strada verso gli anni '70. Ormai adulti, e desiderosi di vivere pienamente le gioie donate dalla vita, lasciano che a prendersi cura dei terreni di famiglia siano i figli. L'appezzamento di contrada Pandolfelli è tra quelli che passano in capo a Vincenzo, che conduce l'attività agricola all'insegna del miglioramento fondiario. A lui spetterà il compito di prendersi cura del roseto materno, continuando a coltivarlo e a nutrire la passione per le rose: unico fiore di cui faceva dono alla moglie Adele. 

Continua…

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